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Nei tempi in cui si adoravano gli Spiriti di cui si credeva fossero animati gli elementi della Natura si divinizzò il fulmine che atterra, la fiamma che divora, il vento che scuote, terrificanti fenomeni che contribuirono alla costruzione delle fondamenta del mito greco. Più tardi l’uomo riuscì a non farsi più solo atterrire dalla potenza del Creato ma anche ispirare: emozione, stupore, poesia e i Poeti crearono I MITI, favole che cantavano la sua bellezza, pericolosità e generosità.

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martedì 7 agosto 2012

La Leggenda di Brunilde e Sigfrido


MITOLOGIA NORDICA



La Leggenda di Brunilde e Sigfrido



Brunilde era una delle più belle Valchirie, vergini-guerriere inviate, secondo la mitologia nordica, sui campi di battaglia a scegliere i combattenti destinati a morte gloriosa.

Era, però, anche la più testarda ed orgogliosa e con attitudine alla disobbedienza.

Proprio a causa di quel suo carattere, per punizione Odino, Re degli Dei, la relegò sulla cima di un monte circondato di fiamme.

A salvarla arrivò l’eroe di stirpe divina, Sigfrido.

Tra i due scoppiò l’amore. Reciproco e totale che, come spesso succede, attirò sui due innamorati, invidie e gelosie.

Il cattivo di turno era il mago Hayen, vero genio del male, segretamente e follemente innamorato della bella Valchiria.

Egli riuscì con un incantesimo a dividere i due amanti.

Con un filtro magico, fatto bere con l’inganno a Sigfrido, ospite del Re dei Burgundi, fece accendere d’amore e di passione il cuore dell’eroe per la bella Crimilde, figlia del Re.

Sotto l’effetto dell’incantesimo, l’eroe abbandonò Brunilde e sposò Crimilde.

E non si accontentò di questo. Brigò e ci riuscì, a far sposare Brunilde con Gunther, fratello di Crimilde

Umiliata e offesa, la bella Valchiria finse di accondiscendere alle richieste dell’ ex-innamorato: sposò Gunther, ma dentro di sé covò una terribile vendetta: rivelò al perfido Heyen il punto vulnerabile dell’eroe.

Sigfrido, infatti, in una delle tante sue imprese, aveva affrontato ed ucciso il drago Fafnir e si era bagnato nel suo sangue, rendendosi invulnerabile. Ad eccezione della spalla sinistra, su cui si era depositata una foglia.

Proprio in quel punto della spalla fu scagliata la freccia che lo uccise.

Quando apprese dell’inganno del filtro, Brunilde, non reggendo al dolore e al rimorso, si lanciò con il cavallo sulla pira che Crimilde aveva fatto innalzare per adagiare il cadavere dell’eroe, e vi trovò la morte.

Le fiamme si alzarono e raggiunsero il Walhalla, la residenza degli Dei, Odino l’accolse a braccia aperte e dove gli spiriti dei due amanti vissero uniti e per sempre.

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