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Nei tempi in cui si adoravano gli Spiriti di cui si credeva fossero animati gli elementi della Natura si divinizzò il fulmine che atterra, la fiamma che divora, il vento che scuote, terrificanti fenomeni che contribuirono alla costruzione delle fondamenta del mito greco. Più tardi l’uomo riuscì a non farsi più solo atterrire dalla potenza del Creato ma anche ispirare: emozione, stupore, poesia e i Poeti crearono I MITI, favole che cantavano la sua bellezza, pericolosità e generosità.

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martedì 7 agosto 2012

LE VALCHIRIE


Valchiria!  E’ un termine che evoca oggi,  soprattutto nell’immaginario maschile, la  figura di una bellissima ragazza di origine nordica.

Le Valchirie appartengono proprio alla leggenda ed alla mitologia nordica; della Scandinavia, per la precisione. Ed erano davvero bellissime: corpi statuari e lunghi capelli dorati.

Bellissime, vergini e guerriere.

Le Valchirie erano inviate da Odino, re degli Dei, nei  luoghi dove infuriava la battaglia, ad accendere i  combattimenti e scegliere i guerrieri destinati a morte gloriosa: gli Einherii.

Dai campi di battaglia, le Vergini-guerriere, dalle corazze di cuoio e gli elmi piumati,  guidavano gli spiriti dei valorosi caduti in battaglia fino al Walhalla, dimora di Odino,  in Asgard.

Il termine Walkyrie, infatti, trae la sua origine da wal, che significa battaglia e kyran, cioè, scegliere.

Terminata la battaglia, Le Valchirie guidavano gli spiriti dei valorosi caduti attraverso la “selva d’oro” di Glasor e li conducevano fino al cospetto di Odino, nel Walhalla.

Qui, per fortificarsi e rendersi invincibili, i guerrieri si cibavano del verro Sadhrimmnir (maschio di maiale dalla carne illimitata) e si dissetavano con idromele fornito dalla capra Heidrun.

Ogni giorno, sotto la guida delle Valkirie, si esercitavano in durissimi tornei per essere pronti alla lotta finale e senza quartiere che dovevano affrontare quando sarebbe giunta la fine del mondo.

Lo stesso Odino partecipava a quelle tenzoni, in sella a Sleipnir, il suo cavallo e impugnando Gungnir, la sua lancia.

Di numero non ben definito, nove o forse dodici, i nomi di queste Vergini-guerriere immortali, erano sicuramente di carattere guerresco: Gud, Hrund, Hild, ecc…

Più noto, forse, il nome di Brunilde, ma solo perché nata dal genio di R. Wagner che, per la sua splendida opera  “Le Valchirie” , compose musica e libretto, ispirandosi alla mitologia del popolo dei Nibelunghi.






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